Edilcoop di Crevalcore (xxxx-1995)
Scritto da paolo il September 06 2008 13:17:50
"Tra i "rapporti più che sospetti", Ridolfi fa l'esempio della liquidazione coatta amministrativa di alcune grandi cooperative, tra le quali l'Edilcoop di Crevalcore, una fra le maggiori imprese edilizie degli anni '80 e '90, sul cui improvviso "fallimento" dopo anni di bilanci in netto attivo sarebbe davvero interessante saperne di più. E conclude:"Anche se Cicconi si è limitato a buttare l'amo, forse è venuto finalmente il tempo di scoperchiare il verminaio, e di rompere il silenzio su uno degli aspetti più controversi e taciuti della società italiana"

Le coop rosse - Il più grande conflitto di interessi nell'Italia del dopoguerra - Vittorio Feltri / Renato Brunetta

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"Cose Crevalcoresi

Il giornalista Ridolfo Ridolfi in un recente libro, tra i "rapporti più che sospetti" relativi a cooperative fallite, fa l'esempio della liquidazione coatta amministrativa di alcune grandi cooperative, tra le quali l'Edilcoop di Crevalcore, una fra le maggiori imprese edilizie degli anni 80/90, sul cui improvviso fallimento dopo anni di bilanci in netto attivo sarebbe davvero interessante saperne di più. Cioè a dire: scoperchiare la pentola e rompere il silenzio su questa vicenda.
Campa cavallo !!!!!!!"

Dal giornale della Lista Civica Progresso per Crevalcore - Marzo/Aprile 2007

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"Dopo undici anni nuovamente bloccato il processo per frode e fondi neri

Giudici lumaca con le Coop rosse

- Dopo 11 anni, a fatica, il fascicolo dell’inchiesta in cui vengono ipotizzati la bancarotta fraudolenta e la costituzione di fondi neri nell’ambito del crac della cooperativa edile di Crevalcore Edilcoop, aderente alla Lega delle Cooperative, era
giunto all’udienza preliminare. Ma ora il gup di Bologna Franco Raffa ha rimesso gli atti al pubblico ministero della Procura felsinea, Antonello Gustapane, a causa delle modifiche legislative avvenute nel frattempo. Il magistrato ha formulato per la richiesta di rinvio a giudizio un’accusa diversa rispetto a quella che a suo tempo aveva formulato nell’avviso di fine indagine inviato agli indagati e ciò, a suo giudizio, provocherebbe una lesione del diritto alla difesa.
Per cui ora il pm dovrà riscrivere l’avviso di fine indagine tenendo conto della nuova imputazione e poi, dopo le controdeduzioni delle difese, riformulare la richiesta di rinvio a giudizio. Solo allora si tornerà all’udienza preliminare.
Nel '95 venne dichiarato lo stato di insolvenza della cooperativa Edilcoop e l’inchiesta nel 2000 portò anche l’ex presidente ed ex direttore del settore immobiliare negli anni del dissesto di Edilcoop, Giuseppe Bratti, agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione per via di una lunga serie di operazioni immobiliari. Nell’inchiesta venne ipotizzata anche la costituzione di presunti fondi neri tra il 1984 e l’87. Una storia iniziata ben 11 anni fa, ma quando sono in gioco le cooperative rosse la magistratura diventa molto scrupolosa e lenta."

La Padania - 19/03/2006

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"Dopo 11 anni fascicolo su crac crevalcore edilcoop ritorna al pm

Dopo 11 anni, a fatica, il fascicolo dell'inchiesta in cui vengono ipotizzati la bancarotta fraudolenta e la costituzione di fondi neri nell'ambito del crac della cooperativa edile di Crevalcore Edilcoop, aderente alla Lega delle Cooperative, era giunto all'udienza preliminare. Ma ora il gup di Bologna Franco Raffa ha rimesso gli atti al pubblico ministero della Procura felsinea, Antonello Gustapane, a causa delle modifiche legislative avvenute nel frattempo. Proprio in base alla nuova normativa, il magistrato ha formulato per la richiesta di rinvio a giudizio un'accusa diversa rispetto a quella che a suo tempo aveva formulato nell'avviso di fine indagine inviato agli indagati e cio' provocherebbe una lesione del diritto alla difesa."

Adnkronos - 17/03/06

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"Nel 1992, dopo l'assassinio di Falcone, durante una manifestazione Rifondazione Comunista distribuì un volantino che recitava: 'Fatti, non parole. A Bologna chiediamo che le cooperative interrompano immediatamente i numerosi rapporti societari e di affari con le imprese colluse con la mafia e con la camorra... Bologna non deve tollerare affari e rapporti più che sospetti'".

Il Giornale - 14/02/06

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"CALCIATORI PER FALSI IN BILANCIO

Avrebbero creato libretti al portatore intestandoli a Gullit, Van Basten, Maldini, Zenga e altri calciatori di Milan e Inter dei primi anni 90, nomi di comodo per estrarre somme miliardarie al bilancio della Edilcoop di Crevalcore (Bo), una delle maggiori cooperative edili della Legacoop finita in liquidazione coatta amministrativa quattro anni fa. Lo sostiene la Procura di Bologna che ha inviato 32 inviti a comparire ad altrettanti amministratori e sindaci della Edilcoop dal ' 91 al ' 95."

Gazzetta dello Sport - 22/07/1999

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"le Cooperative della Lega, in particolare il Ccpl di Reggio Emilia, il Ccc di Bologna e il Cons-Coop di Ravenna, e ancora Cmc, Edilter, Argenta, Coopsette, Cmb, Edilcoop di Crevalcore, portatori assieme di un fatturato di oltre 2500 miliardi, che si uniscono per favorire la acquisizione di commesse in Italia e all'estero.
Dalla costituzione di questi consorzi partono poi processi di ulteriori concentrazioni. In particolare, alla fine del 1988 la Fiat dà l'avvio alla scalata del settore, acquistando la Cogefar dall'Acqua Marcia di Vincenzo Romagnoli e successivamente fondendola con la propria Impresit per dar vita alla Cogefar-Impresit, che da quel momento stazionerà al vertice della graduatoria; e ancora l'Italstat - il colosso dell'Iri nell'edilizia - verrà fusa con la Italimpianti a formare il sopercolosso Iritecna.
A monte di questi raggruppamenti nazionali si forma poi l'Igi, o Istituto per gli studi e la promozione delle grandi infrastrutture, presieduto dal ministro del gabinetto Fanfani (oggi del gabinetto Amato) Giuseppe Guarino e che li raggruppa un pò tutti: vicepresidenti sono nominati un rappresentante della Fiat-Impresit, uno della Italstat-Iri, uno della Cmc-Lega delle Cooperative.
A valle si costituiscono invece - nelle diverse città - tutta una serie di consorzi "locali", che vedono impegnati, chi qua chi là, gli stessi protagonisti, ma secondo una ripartizione che non è casuale: essi hanno infatti il compito , nel recepire i singoli lavori che vengono assegnati, di coinvolgere almeno in qualche misura le forze imprenditoriali che non possono essere lasciare del tutto fuori dall'operazione, ma soprattutto di assicurare che per ciascun appalto sia comunque presente l'impresa legata al carro Fiat, quella del movimento cooperativo, quella a capitale pubblico, quella che fa capo al binomio Gardini-Ferruzzi e col quale corrono anche alcune comprese del nuovo capitale "rampante". Sorgono così Milano domani, la Grandi opere Roma, San Marco a Venezia, tutta la serie dei Consorzi sviluppo promossi in diverse città e tantissimi altri. Al tempo stesso, i raggruppamenti nazionali trattano e definiscono direttamente tra loro, tramite i rispettivi capifila, l'assegnazione dei grandi appalti nazionali. Così, per la realizzazione di parcheggi nei centri storici si forma nel 1986 la Italpark, composta da Italstat, imprese Fiat, movimento cooperativo, e per ottenere il controllo dei lavori ferroviari per l'Alta velocità si costituisce, nel gennaio 1987, il superconsorzio tra l'Argo della Fiat e il Ccpl.
È dunque per questa via che il territorio italiano viene coperto in quegli anni da una rete pressocheé compatta e continua di interessi collegati e tra loro strettamente intrecciati: nella quale le funi di manovra sono tenute saldamente nelle mani delle maggiori imprese e in cui - occorre dirlo - scompare ogni residua distinzione di comportamento tra capitale pubblico, capitale privato e capitale cooperativo.
"Accordi senza programma" li definisce il Censis...."

L'Italia a sacco - Come nei terribili anni 80 è nata e si è diffusa Tangentopoli - Piero Della Seta / Edoardo Salzano